Giuseppe Aceti

Radici Bergamasche

Giuseppe Aceti

Giuseppe Amadio Aceti nacque a Martinengo il 15 dicembre 1885 da Agostino e Giuseppa Forlani.

Era emigrato in Eritrea in qualità di muratore al seguito dell’avvento coloniale italiano in Africa.

Tuttavia dall’aprile 1941 l’Eritrea fu sottoposta ad un’occupazione militare determinata dalla vittoria delle truppe inglesi su quelle italiane nella campagna dell’Africa Orientale.

I civili italiani all’epoca residenti nelle colonie vennero tutti, gradualmente, convogliati in campi di raccolta per essere rimpatriati o, nel caso degli uomini abili ad utilizzare le armi, internati.

Gli italiani d’Eritrea che scelsero di non collaborare con gli inglesi vennero deportati in cinque campi di prigionia nella Rhodesia del Sud, oggi Zimbabwe: due campi a Salisbury (Harare), un campo a Gatooma (Katoma), un campo a Umvuma (Mvuma) e il quinto a Fort Victoria (Masvingo). Altre destinazioni furono il campo di detenzione n. 337 di Erba in Sudan e il campo n. 3 di Nanyuki in Kenia. I civili invece provenienti dalla Somalia furono trasferiti prevalentemente al campo n. 356 di Eldoret in Kenia.

Giuseppe Aceti fu internato al campo n. 5 di Fort Victoria, località che prese il nome da un forte militare eretto dagli inglesi e dedicato alla regina Vittoria. Fort Victoria era un campo di detenzione particolarmente duro come segnalato dai controlli che venivano effettuati dagli ispettori della Croce Rossa Internazionale (scarsa pulizia, carenza di personale, nessun tipo di attività ricreative).

Giuseppe era registrato come P.O.W. (acronimo dell’inglese prisoner of war) n. E11321.

Accanto al campo n. 5 si trovava il “Penal camp – Fort Victoria”, rinominato successivamente “5° Extension Camp”, un campo punitivo con doppia fila di reticolati a 2.200 Volts riservato agli italiani considerati fascisti “irriducibili”, dove anche Giuseppe Aceti fu trasferito. Al suo interno i prigionieri trovarono il modo per continuare il tesseramento al partito fascista camuffandolo sotto le vesti di iscrizione ad un “gruppo sportivo”.

All’interno dell’Archivio Apostolico Vaticano è presente la corrispondenza tra l’Ufficio Informazioni Vaticano per i prigionieri di guerra, istituito da Pio XII, denominato Inter Arma Caritas, e la famiglia di Giuseppe Aceti, all’epoca residente a Fiorano al Serio, nonché con il parroco di Fiorano al Serio. Si tratta di comunicazioni che avevano lo scopo di aggiornare la famiglia sulle condizioni del proprio congiunto durante la prigionia.

Giuseppe Aceti morì a Fort Victoria (Masvingo) il 12 novembre 1945, dopo la fine della guerra ma sempre in uno stato di prigionia, poco prima di essere rimpatriato. Attualmente è sepolto, insieme ad altri 70 italiani, nella Cappella italiana di San Francesco d’Assisi costruita all’interno del campo dagli internati negli anni dal 1942 al 1946. I dipinti, i murales e il soffitto dell’abside sono opera di un ingegnere civile italiano internato al campo n. 5.

La Diocesi della Chiesa cattolica romana di Masvingo celebra periodicamente la Messa nel tempietto di San Francesco.