Luigi Francesco Vittore Pololi

Radici Bergamasche

Luigi Francesco Vittore Pololi

Luigi Francesco Vittore Pololi nasce a Olda, Taleggio il 6 maggio 1881 da Giacomo, di professione oste, e da Caterina Offredi. Ancora ragazzino intorno al 1891 aveva raggiunto a Londra il fratello maggiore Carlo nato il 19 febbraio 1874, seguito poi dal fratello Riccardo nato il 4 Agosto 1888.

I 3 fratelli si inserirono da subito nel settore della ristorazione dove, da semplici garzoni di cucina, con sacrificio e spirito di intraprendenza, diventarono gestori di prestigiosi ristoranti nella capitale inglese e in varie località balneari sulla Manica.

Dagli anni 20 Francesco Pololi insieme ad un altro bergamasco Vittore Offredi, nato a Taleggio il 22 Settembre 1881, aveva aperto diversi esercizi nella zona di Hastings nel Sussex. Vittore Offredi era emigrato in Inghilterra a fine ‘800 dove aveva iniziato a fare il gelataio.

Franscesco Pololi e Vittore Offredi ad Hastings nel 1922 di fronte al “The Scotch Cafe”

All’epoca del censimento del 1939 entrambe risultano residenti ad Eastbourne, località balneare sulla costa meridionale dell’Inghilterra, nel Sussex.

Con lui vive anche il figlio maggiore Francesco Pololi junior nato iil 2 maggio 1918 in Inghilterra, mentre la moglie Ida Maria Mora e due figli adolescenti erano in Italia a Bergamo.

Il 10 giugno 1940 Mussolini dichiarava guerra al Regno Unito e alla Francia ed immediatamente Churchill replicava con l’ordine di arrestare tutti gli italiani maschi presenti nello Stato al di sopra dei 16 anni fino ai 70 deportando nelle colonie britanniche, lontani dal Regno Unito, i prigionieri ritenuti pericolosi. In quel periodo si era diffusa in Gran Bretagna l’idea della famigerata «quinta colonna», ovvero che gli stranieri immigrati anche venti o trent’anni prima potessero trasformarsi in spie e collaboratori clandestini del nemico.

Inizia il rastrellamento di migliaia di italiani; Francesco Pololi venne arrestato nel suo ristorante da due poliziotti e fu trasferito a Liverpool dove fu imbarcato nella notte del 30 giugno 1940 con altri 711 italiani sull’Arandora Star nave da crociera di lusso britannica, che in tempo di guerra venne ridipinta di grigio. Poteva trasportare 518 passeggeri, ma furono imbarcate oltre 1500; i circa 1.200 deportati furono ammassati come bestie nelle cabine e nei saloni della nave.

Anche i fratelli Carlo e Riccardo Pololi furono internati nel “campo di soggiorno” all’isola di Man. Carlo nel 1940 aveva 66 anni e venne rilasciato dopo sette mesi; Riccardo vi rimase prigioniero dal 20 giugno 1940 al 23 settembre 1943.

Presso l’Ufficio Informazioni Vaticano (Prigionieri di Guerra, 1939-1947) si trovano tracce della loro prigionia e dei parenti che chiedevano loro notizie.

L’Arandora Star salpò da Liverpool col suo triste carico alla volta del Canada senza i contrassegni della Croce Rossa che avrebbero potuto identificare la nuova funzione di trasporto prigionieri.
Dopo un solo giorno di navigazione, ancora nelle acque tra l’Irlanda e la Scozia, alle 6,58, la tragedia. La nave venne scambiata per un’unità mercantile e fu silurata da un U-Boot tedesco affondando in 40 minuti Morirono circa 800 persone tra cui Francesco e altri 6 bergamaschi.

Tra loro c’era Arnoldi Ercole nato il 3 settembre 1910 a Taleggio e residente a Londra; era un nipote di Vittore Offredi socio in affari di Francesco Pololi.

Arnoldi Ercole

Gli altri bergamaschi che morirono nell’affondamento dell’Arandora Star furono:

  • Belotti Leone Giuseppe nato il 17 febbraio 1904 a Bergamo e residente a West Wickham;
  • Benigna Pietro nato il 1 novembre 1904 a Chiuduno e residente a Leicester;
  • Bonaldi Andrea Luigi nato il 18 giugno 1898 a Songavazzo e residente a Londra;
  • Finazzi Annibale nato il 19 gennaio 1903 a Trescore Balneario e residente a Londra;
  • Merlo Giuseppe nato il 29 marzo 1914 a San Gallo e residente a Trealaw, Galles.

La moglie di Francesco Pololi seppe della tragica fine del marito attraverso un dispaccio dal Vaticano a firma dell’allora segretario di Stato mons. G.B. Montini soltanto diversi mesi dopo l’affondamento dell’Arandora Star.